2013 Leofrigio Gettysburg - Gods And Generals. Al Cinema Con Don Raimondo

A review of the Maxwell's movies (Gettysburg 1993 and Gods and Generals 2003) according to Raimondo Luraghi's Storia della guerra civile americana
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Gettysburg Gods and Generals Al cinema con don Raimondo di Marco Leofrigio © Società Italiana di Storia Militare Gods and Generals e Gettysburg Al cinema con don Raimondo di Marco Leofrigio Gods and Generals (2003) è stato, dieci anni dopo Gettysburg (1993), il tributo cinematografico più recente e importante all’epopea dea Confederazione sudista. I due film sono del resto collegati, perché si basano su due romanzi scritti da padre e figlio: Gods and Generals di Jeff Shaara (1996) e The Killer Angels di suo padre Michael. Diretto e sceneggiato da Ronald F. Maxwell (1949), Gods and Generals narra gli ultimi due anni di vita di Thomas Jonathan “Stonewall” Jackson, comandante dell’Armata della Virginia, morto il 3 maggio 1863. Quei due anni furono ‘l’ora più bella’ della Confederazione, che inanellò vittorie su vittorie sui campi di battaglia della Virginia, fino, appunto, alla decisiva sconfitta del generale Lee a Gettysburg (1-3 luglio 1863). A differenza di Gettysburg, Gods and Generals non è mai uscito in Italia e difatti la copia da me analizzata è in lingua originale. Le scene sono state girate in Maryland, Virginia e West Virginia, essendo quest’ultimo Stato molto adatto per ricostruire i boschi virginiani del Wilderness dove si svolse la battaglia di Chancellorsville. Come per Gettysburg è stato possibile ricostruir (“re-enact”) con davvero grande accuratezza le battaglie di Bull Run (1861), Fredericksburg (1862) e Chancellorsville (1863) con un larghissimo impiego di uomini, cavalli, batterie, carriaggi, traini di artiglieria, insegne reggimentali, grazie alla fondamentale e preziosa collaborazione dei tantissimi gruppi, organizzatissimi e appassionati, di re-enactors americani, che tengono viva la storia del tragico conflitto civile in tutti i suoi aspetti. Gods and Generals costituisce l’eccellente prequel al film sulla battaglia di Gettysburg, pur uscendo esattamente dieci anni dopo e testimonia come tutto il team guidato da Maxwell abbia ulteriormente messo a frutto l’esperienza acquisita in questo tipo di produzioni. Gods and Generals fa parte di un progetto di trilogia sulla Guerra Civile di cui il terzo film avrebbe dovuto chiamarsi The last full measure, dal titolo del romanzo di Jeff Shaara dedicato al biennio dopo Gettysburg. Purtroppo il progetto di realizzazione della terza pellicola è in forte dubbio poiché la Ted Turner company è rimasta molto delusa dalla scarsa performance di Gods and Generals al box office. Il film inizia con il rifiuto del colonnello Robert E. Lee, il 18 aprile 1861, di accettare l’incarico di comando dell’esercito, in via di affrettata costituzione, che avrebbe dovuto invadere il Sud e reprimere la ribellione del Sud. L’abbandono dall’Unione era stata dichiarata il 9 febbraio 1861 dalla Convenzione secessionista tenutasi in Alabama. Il 17 aprile anche la Virginia aveva votato per la secessione. L’offerta di questo prestigioso incarico gli fu fatta prima dal il suo grande amico personale il generale Winfield Scott,comandante dell’esercito federale, e poi da Francis Blair (colloquio che compare nel film) amico stretto collaboratore del presidente Abramo Lincoln. Cosa rispose Lee? riportiamo le stesse parole di Lee così come le riporta il massimo esperto italiano del conflitto in terra americana, il compianto Professore Raimondo Luraghi nel suo ultimo scritto postumo: ”Lee rispose che egli non poteva ‘condurre una guerra contro la sua gente, i suoi parenti, i suoi figli, il suo paese’. E il suo paese non erano gli Stati Uniti: era la Virginia.”1 Il Sud quindi si prepara alla guerra ed in questo momento entra in scena il principale protagonista: Thomas Jackson, questi dopo aver combattuto in Messico aveva lasciato la divisa nel 1851, per andare a 1 R. Luraghi. La Guerra Civile Americana. Le ragioni e i protagonisti del primo conflitto industriale, pag.87,BUR Storia, Milanoprima edizione 2013. insegnare filosofia naturale presso il prestigioso Virginia Military Institute: ”Colà egli era stato considerato un insegnante piuttosto monotono e grigio, solo distinto da qualche stranezza di carattere, cosa che l’aveva fatto soprannominare il vecchio pazzo Tom”. “Ma egli aveva: una volontà indomabile, una intelligenza acuta e penetrante, un coraggio fisico e morale a tutta prova.”2 Successivamente viene ricostruita la genesi del soprannome “Stonewall”. Durante la prima battaglia di Bull Run (21 Luglio 1861) Jackson è al comando della Prima Brigata del generale Johnston: per il comportamento freddo e impassibile durante l’assalto federale alla collina detta di Henry House, nel momento più sfavorevole per i sudisti, il brigadier generale Barnard Elliott Bee griderà rivolto ai suoi uomini per incitarli a resistere: ”Look ! He is Jackson, stand like a stonewall !” è la genesi del famoso e immortale soprannome “Stonewall”. Luraghi scrive: ”[…] il generale Bee lo vide, e commentò con qualcuno che gli era vicino che Jackson stava là come un ‘bastione di pietra’.”3Lo scontro di Bull Run è anche rappresentato con dettagli che non sfuggono a chi è appassionato di quegli eventi, per esempio si mostrano moltissimi confederati indossavano ancora con le divise blu dell’Unione (tra cui lo stesso Jackson); cosa che compare nelle sequenze che mostrano Jackson nella Valle di Shenandoah quando addestra i suoi uomini, anzi alcune reclute indossano le uniformi della guerra d’Indipendenza. La parte centrale della pellicola si sofferma soprattutto sul tremendo scontro di Fredericksburg che viene anch’esso ricostruito in modo superbo: l’assalto coraggiosissimo della famosa Iron Brigade composta da irlandesi viene riprodotto in modo anche commovente,. In questa parte del film si esalta l’eroismo dei federali che per tutta la giornata del 13 dicembre 1862 condurranno innumerevoli ma inutili sanguinosissimi assalti al muro di pietra e alla strada incassata dietro la quale Il generale Lee con grande sagacia tattica ha trincerato i suoi soldati. L’impressione è che …quasi gli sceneggiatori, per riprodurre il disperato attacco al muro di pietra della Iron Brigade, abbiano mandato a memoria le parole di Luraghi, il quale illustrando vividamente (come se noi fossimo 2 R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana p.355 cap.VI, Rizzoli Milano, prima edizione 1966. Ibidem parte Seconda, cap. VI p. 356. 3 presenti lì quel giorno) questo attacco scrive magistralmente:”[…]Era mezzogiorno quando le dense colonne federali emersero dalle case sventrate di Fredericksburg e si avanzarono a passo di carica su per il leggero pendio che porta verso la ‘strada in trincea’: ma l’assalto non durò che qualche minuto. […]Tosto il generale Sumner scagliò su per il pendio un’altra divisione, quella del generale Hancock: alla sua testa si avanzava, sfidando la morte che spazzava il terreno, la magnifica brigata irlandese del generale Meagher, che inalberava accanto alle stelle e strisce della nuova patria la verde bandiera della terra natale. Il fuoco dei confederati divenne addirittura spaventevole: tra le fiamme e il fumo degli spari gli irlandesi avanzarono subendo perdite terrificanti…Cento metri, cinquanta, quaranta metri: era troppo anche per degli uomini di ferro quali essi erano.”4 Nella sequenze dell’attacco della Iron Brigade si mette l’accento sullo scontro(ancor più) fratricida tra irlandesi con la divisa grigia e irlandesi con la divisa blu5, che si ritrovano ad uccidersi ad appena pochi passi gli uni dagli altri. L’ultima parte di Gods and Generals si incentra sulla clamorosa e grande vittoria di Chancellorsville, dove brillerà al massimo la stella militare di Jackson, però per l’ultima volta poiché, proprio a Chancellorsville, Thomas “Stonewall” Jackson troverà la sua prematura fine. In questo frangente emerge l’abilissima pianificazione tattica del generale Lee e la perfetta esecuzione di “Stonewall” della manovra aggirante sotto il naso dei federali. Lee intuisce esattamente le mosse dell’avversario Hooker. Luraghi lucidamente analizza:”[…] inequivocabilmente il colpo principale del nemico doveva arrivare da Chancellorsville: quella di Fredericksburg era solo una finta.”6 E ancor di più: ”Dunque il fronte del nemico era imprendibile, ma la sua ala destra era esposta. La decisione fu presa, ed ancora una volta di una 4 Op.cit. parte Terza, cap.13 p.693. 5 P.T. Tucker Irish Confederates, cap. 3 The Celtic-Gaelic brothers’war: The 24th Georgia meets Irish Brigade at Fredericksburg McWhiney-Press 2006(Texas-USA) 6 Op.cit. p. Quarta, cap. 2 p.772 audacia da sbalordire: Lee avrebbe ulteriormente diviso la sua Armata e il generale Jackson, con parte di essa, avrebbe compiuto un largo movimento aggirante e sarebbe caduto sul fianco scoperto degli unionisti”.”[…] Jackson […] indicò a Lee le strade che egli si proponeva di compiere per l’aggiramento dichiarando che intendeva portare seco l’intero suo corpo d’armata. L’audace movimento concepito da Lee era così reso da Jackson ancora più ardito […]”7 Il film ci riporta a tutti quei momenti straordinari di intesa perfetta tra i due grandi comandanti confederati in maniera molto convincente e capace: la pianificazione del piano di attacco, la ricerca di un percorso nei boschi del Wilderness al riparo dagli occhi dei nemici, l’esecuzione della manovra, lo schieramento silenzioso ai margini del bosco a poche centinaia di metri dagli accampamenti dei federali, il via libera di Jackson ai suoi comandanti di brigata di entrare in azione. E’ una sequenza eccellente e che trasmette sia l’energia messa da Jackson nella riuscita dell’aggiramento sia la tensione degli istanti finali che precedono l’ordine di attacco. Come delle furie le tre brigate del corpo di “Stonewall” (trentamila uomini) guidate da Rodes, Colston e A.P. Hill caricano a testa bassa sugli ignari federali dell’XI Corpo, rigettandoli in una fuga precipitosa. Spettacolare ed emozionante.8 Riprendiamo il testo di Luraghi:”[…]In silenzio reggimento dopo reggimento, i confederati presero posizione coperti dai densi boschi. Erano da poco passate le 17 quando Jackson, rivolgendosi al generale Rodes che comandava la prima linea, gli chiese: ’siete pronto generale?’ ‘Sì, signore’ fu la risposta. ‘Potete andare avanti, allora’. L’enorme linea si pose silenziosamente in marcia.”[…] poi repentinamente, uscendo dalla foresta, la poderosa massa del generale Jackson si rovesciò sugli isolati reggimenti travolgendoli.”9 La vita di Jackson viene ricostruita nel film anche negli aspetti privati, che ci paiono ben riusciti, con ampi squarci della vita con la moglie, la nascita della loro figlia, che Jackson però si godrà per pochissimo tempo e la messa in risalto della sua profonda religiosità. E’ da rimarcare la notevole performance interpretativa di Jackson, difatti “Stonewall” è interpretato in modo notevolissimo, appassionato e 7 8 Op.cit.p. Quarta, cap. 2 p.777 Può essere paragonata come impatto emotivo e visivo all’assalto a sorpresa condotto dagli arabi guidati da Lawrence ai danni della guarnigione turca di Aqaba (6 luglio 1917) rappresentato magnificamente nel film Lawrence d’Arabia di David Lean del 1962. 9 Op.cit.parte Quarta, cap. 2 p.781 partecipe, dall’attore Stephen Lang (1952), che nelle stesse sue parole ha considerato il Jackson di Gods and Generals “la sua migliore performance come attore”. Si capisce che Lang ha studiato e si è documentato con professionalità sul comandate sudista. Viene ricostruito in maniera accurata il ferimento (che poi si rivelerà mortale) di “Stonewall” da parte dei suoi stessi uomini a causa della fitta oscurità dei boschi del Wilderness: Jackson e il suo staff, al ritorno da una lunga ricognizione, vennero scambiati per un gruppo di cavalleggeri nordisti dagli uomini della divisione di A.P. Hill, i quali gli riversarono addosso un fuoco di moschetti, purtroppo, molto preciso e intenso. Da questo episodio si svolge l’ultima parte del film che vede l’amputazione del braccio di Jackson, l’apparente inizio di recupero e l’agonia a causa del subentro repentino di una infezione polmonare. Anche la ricostruzione del delirio finale di Jackson cerca di attenersi ai fatti storici, laddove poco prima di spirare griderà alcuni ordini ai suoi soldati, agli uomini della Brigata “Stonewall”. Appena venuto a conoscenza della morte di “Stonewall” il generale Lee risponderà con la famosa espressione: “Lui ha perso il suo braccio sinistro, io ho perso il mio braccio destro”. Tra gli altri attori spicca sicuramente Robert Duvall che interpreta il Generale Robert Edward Lee mettendo in campo tutta la sua immensa bravura di attore, un Duvall/Lee intenso e partecipe forse anche per il fatto che ha legami familiari proprio con il generale Lee per il tramite del ramo materno. Il film cerca anche di rappresentare chi era la gente del Sud, lo spirito che li animava, l’atmosfera in cui vivevano, le motivazioni che li spinsero alla secessione e a prendere le armi. In questo ambito è molto suggestiva la scena in cui viene presentata a Lee e al suo stato maggiore la canzone dedicata alla bandiera confederata “single star”, la Bonnie Blue Flag, canzone presente anche nella colonna sonora del notissimo Via col Vento (1936). Gettysburg: “ l’alta marea della Confederazione “ Questo secondo film analizzato è un classico di guerra, a differenza di Gods and Generals che affronta non solo gli aspetti bellici ma anche cerca di darci una rappresentazione di quello a cui aspiravano le genti del Sud. Come già accennato Gettysburg precede la produzione di Gods and Generals: questa pellicola del 1993 ricostruisce in modo davvero notevole e accurato le più importanti e significative vicende della notissima battaglia di Gettysburg,verificatasi in Pennsylvania dal 1 al 3 Luglio 1863 tra l’Armata della Virginia Settentrionale al comando di Robert E. Lee e l’Armata del Potomac al comando del generale George Meade subentrato ad Hooker, pochi giorni prima dell’epico scontro. Con grande capacità il regista Ronald F. Maxwell ha ricostruito, con moltissimi dettagli, l’epocale sanguinosa collisione delle due armate avversarie nella piccola cittadina della Pennsylvania. Come noto questo scontro segnò, insieme alla contemporanea caduta nell’Ovest di Vicksburg, la ‘Fortezza del Mississippi’, la fine delle speranze del Sud di battere militarmente l’Unione in tempi rapidi ed ottenere l’agognato riconoscimento internazionale che avrebbe cambiato le sorti del conflitto. Infatti, tutte e due le sconfitte sia all’Est che all’Ovest furono fatali per il futuro del Sud, come con la consueta maestria e chiarezza Luraghi spiega nel volume postumo10.La produzione ha impiegato sia le larghe ed entusiaste schiere di migliaia re-enactors, assolutamente indispensabili, sia attori di nota fama per i ruoli più importanti. Il lavoro, sia di sceneggiatura che della realizzazione, è stato impegnativo dovendo riassumere in quattro ore i tre fatidici giorni del Luglio 1863, impiegando cannoni, traini d’artiglieria, cavalli, carri, riproducendo le bandiere di tutte le unità coinvolte, le divise, le armi, le buffetterie. 10 R. Luraghi La Guerra Civile Americana. Le ragioni e i protagonisti del primo conflitto industriale, cap. IV p.157 e segg. BUR Storia, Milano prima edizione 2013. Gettysburg, pur essendo stato doppiato come da prassi nella nostra lingua, non uscì mai nelle sale ma venne distribuito solo nei tradizionali canali di vendita e nei circuiti di noleggio delle videocassette. In particolare, il film visionato per la stesura di questo articolo, è nella versione director’s cut, con le sequenze tagliate dalla produzione riproposte nella lingua originale, e contiene, quindi, qualche piccolo aspetto inedito rispetto a quella ufficiale. Indicheremo nel corso dell’articolo quali sono state le sequenze eliminate rilevanti sono secondo chi scrive. La battaglia di Gettysburg rappresentò il culmine dello sforzo offensivo dell’Armata della Virginia Settentrionale, per portare l’offensiva a casa del nemico come già tentato senza successo nel 1862. Luraghi dedica due stupendi capitoli alla campagna in Pennsylvania del 1863 scrivendo tra l’altro: ”[…] Ma per Lee la minaccia strategica nel cuore della Pennsylvania aveva solo una funzione strumentale: in realtà egli pensava a ben altro. Come un ragno, aveva teso la sua tela: e la preda che doveva incapparvi era l’Armata del Potomac.” Pertanto, il centro della trappola sarebbe stato il crocevia – “cruciale” come lo definisce il generale Lee nel film - di strade che transitavano per la piccola sconosciuta cittadina di Gettysburg. La prima parte del film mostra come si arriva casualmente allo scontro. Qui è stato tagliato il colloquio tra Lee e il suo aiutante di campo: quest’ultimo gli riporta una notizia fondamentale, cioè che il generale Hill stava inviando tutta la divisione di Heth alla cittadina di Gettysburg per rifornirsi di calzature, aggiungendo che “si reputava che l’unica opposizione che avrebbero incontrato, sarebbero stati un po’ di miliziani con dei fucili da caccia”. Invece quel 1°Luglio 1863, in modo inatteso, le forze opposte si scontrano: da un lato le brigate sudiste di Heth, dall’altro la cavalleria federale di Bill Buford (interpretato da un bravo Sam Elliott), giunto a Gettysburg il giorno prima. Buford, con notevole perizia tattica, sfrutta gli appigli del terreno e resiste fino all’arrivo dei primi rinforzi di fanteria del Corpo di Reynolds, facendo guadagnare tempo prezioso a Meade e influenzando i meccanismi della trappola che stava facendo scattare il condottiero virginiano. Interessante la scena del colloquio tra ufficiali federali e tre prigionieri confederati - che sono rappresentati esattamente come nella famosa foto dei tre soldati sudisti catturati a Gettysburg - laddove uno dei tre motiva la scelta delle armi perché vuole ‘difendere la propria casa e la propria famiglia’. La parte della ricostruzione del 2 Luglio, dopo una breve sequenza sui duri scontri nel Devil’s Den (la tana del diavolo), si incentra tutta sull’eroica resistenza dei federali sulla collinetta del Little Round Top: rifulge la figura del colonnello Joshua Chamberlain/Jeff Daniels che, al comando del 20° Maine Volunteers, ha l’ingrato compito di costituire l’estrema ala sinistra dello schieramento federale. La solida resistenza del fianco sinistro dell’Armata del Potomac si deve alla prontezza di reazione, rispetto ai movimenti degli uomini del Corpo di Longstreet, da parte del comandante del Genio G.K. Warren, che valutò giustamente la valenza del Little Round Top come point d’appui per i federali11.I texani e gli alabamiani di Hood si battono come leoni per tutto il pomeriggio organizzando assalti su assalti su per il pendio tra i boschi del Little Round Top, ma senza alcun risultato. Molto emozionante è la sequenza finale sul Little Round Top che mostra il contrattacco all’arma bianca organizzato da Chamberlain che ricaccia definitivamente i confederati. Le scene che raccontano la notte tra il 2 e il 3 Luglio si soffermano sul ‘duello’ nella tattica da seguire, i dialoghi accesi tra Lee e Longstreet, che ancora suscitano vivaci discussioni tra gli storici12. La tattica migliore da usare con l’Armata del Potomac fa, comunque, anche da filo conduttore in tutto il film, facendo forse trasparire, in una maniera semplificativa, un James Longstreet ‘che sapeva’ quale fosse la tattica migliore da adottare contro Meade, rispetto a un generale Lee che viene rappresentato come poco aperto ad ascoltare gli altri, avendo già preso le sue decisioni. Dal punto di vista interpretativo tutti hanno dato una R. Luraghi Storia della Guerra Civile Americana parte Quarta, cap. V, p.854 Rizzoli Milano, prima edizione 1966. 12 11 R. Luraghi La Guerra Civile Americana. Le ragioni e i protagonisti del primo conflitto industriale, cap. II p.71 e segg. BUR Storia, Milano prima edizione 2013. buona prova. Nelle vesti di George Pickett troviamo l’attore Stephen Lang. Un Pickett:‘smanioso di menar le mani visto che i suoi uomini non erano stati mai impiegati azione nelle ultime battaglie’ come fa rilevare al generale Longstreet, in uno dei dialoghi tagliati. Sugli altri attori principali spicca a livello recitativo Jeff Daniels/Joshua Chamberlain che sta in pieno nel ruolo ed è molto convincente, mentre al contrario ci paiono meno coinvolti e meno dentro la parte i due attori Martin Sheene/Lee e Tom Berenger/Longstreet, soprattutto se confrontati con Lang/Jackson e Duvall/Lee di Gods and Generals. Nel film gli aspetti umani sono rappresentati nel tormento che perseguita i soldati, amici fraterni solo fino a pochi anni prima, ed ora combattenti in schieramenti nemici. In questo contesto il film mette in risalto le sofferenze personali dei due generali-amici: il sudista Armistead (a capo di una delle tre brigate di Pickett), amico fraterno del generale Hancock che al comando del 2° Corpo unionista che si trova, per il volere del …Caso, proprio schierato di fronte a lui il fatidico giorno dell’assalto finale alle robuste posizioni federali sulla Cemetery Ridge. Il terzo giorno della battaglia il generale Armistead, come viene molto ben ricostruito nel film, si troverà alla testa del tentativo di sfondamento della linea federale durato pochi istanti lasciandoci la vita. Le parole di Luraghi ci fanno rivivere tutti quei fatali istanti:” […] Il generale Armistead, a capo scoperto, il cappello innalzato sulla punta della sciabola,[…]in un attimo la marea fu addosso al muricciolo, proprio vicino al cosidetto ‘angolo’; si ruppe per un momento contro il saliente, poi scavalcò il muretto e fu dentro. Il 71° Pennsylvania che teneva ‘l’angolo’ fu travolto[…]Un pugno di confederati penetrò nel ‘piccolo gruppo di alberi’, lo traversò, sbucò dall’altra parte sulla Cresta del Cimitero… Ma già un altro reggimento nordista, il 72° Pennsylvania, veniva gettato entro la breccia[…],il generale Armistead, gravemente colpito, era caduto morente[…], i cadaveri confederati giacevano sul terreno segnando Confederazione.”13 l’estremo limite dell’alta marea della La giornata del 3 Luglio, è appunto quella della famosissima e tragica Pickett’s charge, dove dodicimila confederati (secondo le ricerche più recenti), segneranno con il disperato assalto alle posizioni federali al centro della Cemetery Ridge ‘l’alta marea della Confederazione’ (the high water mark of the Confederacy). La lunga preparazione di fuoco dell’artiglieria confederata e la carica delle Divisioni di Pickett, Pettigrew e Trimble chiudono la grandiosa rievocazione di Gettysburg: sono delle sequenze straordinarie che cercano di riportarci a quei momenti drammatici e tragici. Un lavoro davvero ben fatto che rivela ancor di più lo studio e la preparazione che vi è stata dietro. Concludo con un’ultima citazione di Luraghi: ”Perché il Sud scelse la guerra? Forse perché sapeva di ‘perdere’ ed allora scelse volontariamente di morire sul palcoscenico e perpetuare così facendo la sua storia”.14 Altri famosi film sulla guerra civile americana 13 R. Luraghi Storia della Guerra Civile Americana p. Quarta, cap. V, pp. 867-868 Rizzoli Milano, prima edizione 1966. 14 Intervento di R. Luraghi alla Fondazione Costantino Dragan, 1 febbraio 1994, Roma. Vogliamo infine accennare ad alcuni dei più noti film sulla guerra civile americana, prodotti negli Stati Uniti ed usciti anche nel nostro paese. Nel 1927 esce Come vinsi la guerra (The General 1926) con Buster Keaton. Nel 1948 esce nelle sale il notissimo Via col Vento (1936) di Victor Fleming in cui si parla anche della caduta di Atlanta del 1864, il film ebbe anche il Pulitzer nel 1937. Nel 1951 esce con il titolo La prova del fuoco, il film di John Houston dal titolo originale The Red Badge of Courage tratto dall’omonimo famoso romanzo di Stephen Crane (1894); fu all’origine di una celebre causa legale tra Houston e la Metro Goldwyn Mayer poiché ne ridusse la durata a soli 70 minuti. Nel 1959 esce Soldati a cavallo (The Horse Soldiers) di John Ford che tornerà sull’argomento solamente in un episodio de La conquista del West (1962). Nel 1965 esce poi Shenandoah - La valle dell'onore diretto da A. McLaglen. In tempi più recenti abbiamo che nel 1989 viene distribuito il bel film Glory: Uomini di gloria dove si mostrano le vicende del primo reparto combattente unionista costituito da volontari di colore. Nel 2003 esce Ritorno a Cold Mountain di A. Minghella, in cui viene ricostruita (brevemente) nella primissima parte del film, la “battaglia del Cratere” a Petersburg, la piazzaforte-chiave per scardinare la resistenza confederata in Virginia, oggetto di un lunghissimo assedio. Infine nel giro di poco di più di un anno escono ben due pellicole che trattano, anche se in maniera differente, delle vicende di Lincoln: nel 2012 viene distribuito The conspirator di Robert Redford che tratta di un avvocato che è chiamato a difendere davanti a un tribunale militare Mary Surratt, accusata di complicità nell'assassinio di Abramo Lincoln. Nel 2013 esce l’eccellente film Lincoln di Steven Spielberg. © Società Italiana di Storia Militare